News > news

scontrino elettronico 2020

Dal primo gennaio 2020 tutti i negozi devono produrre lo scontrino elettronico.

Già in vigore anche adesso per gli esercizi commerciali con un giro di business maggiore di 400.000 euro, il passaggio alla modalità telematica coinvolgerà tutti senza distinzioni.

L'impatto dell'introduzione di questa novità è presto detto perché sono coinvolti tutti i negozi (tranne alcune esenzioni che vedremo a breve nel dettaglio) come bar, ristoranti, alberghi, barbieri e parrucchieri, oltre agli artigiani con rapporto diretto con il privato, come falegnami, elettricisti e idraulici. Ci sono allora tante questioni da affrontare ovvero

  • Cos'è lo scontrino elettronico
  • Chi è obbligato e quali sono le esenzioni scontrino elettronico
  • Come funziona scontrino elettronico
  • Multe e sanzioni

Dal 2020 lo scontrino elettronico prende il posto dello scontrino elettrico è non è altro che l'obbligo di memorizzazione e trasmissione telematica diretta degli scontrini all'Agenzia delle entrate.

Caratteristica di fondo dello scontrino elettronico è la sua snellezza. All'interno sono infatti contenute poche ma ben mirate informazioni. Quelle che non possono mancare sono

  • ammontare del corrispettivo complessivo e di quello pagato
  • data e ora di emissione
  • descrizione dei beni ceduti e dei servizi resi
  • ditta, denominazione o ragione sociale
  • nome e cognome dell'emittente
  • numero di partita Iva dell'emittente
  • numero progressivo
  • ubicazione dell'esercizio

A proposito di vantaggi dall'introduzione dello scontrino elettronico, il cliente riceve solo un documento commerciale non valido a fini fiscali, utile per garanzie e resi.

Sono obbligati a produrre lo scontrino elettronico o digitale tutti i negozi, ma è più semplice indicare chi non è obbligato: ambulanti che vendono caldarroste, gelati, dolci, panini fuori dagli stadi, benzinai, negozianti che vendono cartoline e souvenir, notai, ombrellai, calzolai, arrotini, sarte, ricamatrici calzolai, produttori agricoli, tabaccai e coloro che vendono beni soggetti a Monopolio di Stato, tassisti e Ncc.

I negozianti non devono più emettere lo scontrino o la ricevuta fiscale, ma solo il documento commerciale in modalità cartacea o digitale, che non ha valore fiscale se non viene indicata la partita Iva o il codice fiscale. In ogni caso può costituire titolo per l'esercizio dei diritti di garanzi. Il documento può essere di tre modi:

  • vendita-prestazione
  • reso merce
  • annullamento
 

In termini pratici, i negozi devono equipaggiarsi con un registratore telematico collegato al web per l'invio dei dati all'Agenzia delle entrate. L'alternativa è il registratore di cassa per la memorizzazione e la trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri in formato XML, della dimensione massima di 1 MB.

Occorre prestare attenzione alle tempistiche perché l'operazione di comunicazione deve avvenire tutti i giorni alla chiusura quotidiana con il registratore telematico che, in autonomia, genera il file XML con i dati dei corrispettivi della giornata, appone il sigillo digitale al file XML e lo trasmette all'Agenzia delle entrate.

Può succedere che il file XML venga scartato e in questo caso il negoziante ha 5 giorni per la trasmissione del file corretto.

Il fisco consente di memorizzare e trasmettere telematicamente i dati dei corrispettivi giornalieri con una procedura web messa a disposizione dei contribuenti nell'area riservata del sito ufficiale dell'Agenzia delle entrate e compatibile con i dispositivi mobile. Questa operazione sarà gratuita per tutti.

L'aspetto a cui prestare attenzione è piuttosto un altro: i negozianti con più punti cassa per punto vendita devono far certificare tutti gli anni il bilancio d'esercizio e dotarsi del processo di controllo, in linea con il sistema interno adottato in base al Modello di organizzazione, gestione e controllo.

Non seguire le regole sullo scontrino elettronico significa andare incontro a multe e sanzioni equivalenti al 100% dell’imposta relativa. E per i casi più gravi ovvero se il mancato adeguamento continua per cinque anni, il rischio è la sospensione dell'attività.

Torna Indietro

Condividi su: